SIAMO UNITI NELLA SOLIDARIETÀ A PINAR SELEK
La sociologa Pınar Selek, femminista-antimilitarista e attivista per la pace, una delle figure più rappresentative della Turchia, nonostante sia stata previamente assolta ben due volte, sta per essere nuovamente portata a giudizio, per la terza volta, con lo stesso capo d'imputazione. Pınar Selek, che ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti dei gruppi emarginati ed opressi, si trova adesso ad affrontare una richiesta di condanna di carcere a vita in Turchia, avanzata dal 9° Dipartimento Penale della Corte d'Appello.
Nonostante l'assoluzione decisa dal tribunale, per 11 anni ha dovuto subire l'appellativo di “terrorista”, ma Pınar Selek non ha mai smesso di lavorare e condividere le sue opere con il pubblico. Tanto la sua vita privata quanto la sua attività pubblica sono stati modellati secondo il suo motto: “La vita è l'attività accademica più importante.„
Nata a Istambul nel 1971, dopo aver conseguito il suo diploma al liceo francese Notre Dame di Sion si è laureata con onoreficenze presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università Mimar Sinan. Nel 1996, viene pubblicata da Belge Publishing la sua traduzione-selezione Ya Basta-Artık Yeter, dedicata ai movimenti indigeni del Messico. La sua tesi di Master è stata pubblicata con il titolo: Maskeler, Süvariler, Gacılar-Ülker Sokak: Bir Dışlanma Mekânı [Maschere, Cavalieri, Gacias, via Ülker: un luogo di emarginazione] 1ª edizione: 2001,, Aykırı Publishing, 2. edizione: 2007, Istiklal Publishing).
I risultati accademici di Pınar Selek sono conseguenza di un atteggiamento appassionato e una visione idealistica che l'hanno spinta al coinvolgimento personale nelle vite delle persone oggetto delle sue ricerche. Così, per esempio, dopo aver terminato la sua tesi Pınar si è presa cura dei ragazzi di strada e dei travestiti con cui aveva lavorato e insieme a loro ha istituito il Laboratorio degli Artisti della Strada; un'iniziativa grazie a cui i ragazzi di strada ed i travestiti hanno potuto integrarsi nella società attraverso le loro opere artistiche.
Pınar Selek stava per finire la sua ricerca sulle conseguenze e gli effetti della guerra civile in Turchia, che per decenni aveva causato numerose vittime e sofferenze al paese, quando si vide coinvolta in una conspirazione che la accusava di avere messo una bomba al Bazaar delle Spezie. Ha trascorso due anni e mezzo in prigione e altri 11 anni nelle aule dei tribunali. Benché fosse stata assolta due volte, ha dovuto sopportare continue accuse che la tacciavano come "terrorista”. La sua maniera di rispondere a questi attacchi era l'unica che conosceva: con la conoscenza, l' amore e le sue esperienze di vita. Durante quel duro periodo ha scritto Barışamadık [non siamo riusciti a riconciliarci] sulle numerose lotte della Turchia moderna per raggiungere una pace permanente (2004, Ithaki Publishing) e Sürüne Sürüne Erkeklik [una vita da cani: mascolinità] (2008, İletişim Publishing) sulla virilità nel contesto delle esperienze di servizio militare. Inoltre ha anche scritto un libro di racconti: Su Damlası [Goccia di acqua], (2008, Özyürek Publishing).
Pınar Selek ha dedicato la sua vita al rispetto di un atteggiamento etico e morale contro la guerra e alla lotta attiva contro tutti i tipi di violenza. Ha partecipato a numerose conferenze e seminari su sessualità, militarismo, violenza, ecologia, mass-media, ragazzi di strada e gruppi socialmente emarginati. Ha pubblicato articoli su questi temi in diversi giornali, periodici e riviste scientifiche.
Nel 2001 è stata fra le fondatrici della Cooperativa di donne Amargi, ha organizzato incontri a Diyarbakır, Istanbul, Batman e Konya. Attualmente è membro attivo di Amargi e dal 2006 lavora come editrice e coordinatrice della rivista femminista Amargi. È anche co-fondatrice della prima libreria femminista della Turchia, Amargi, aperta al pubblico dal 2008 e in questo luogo, ha coordinato fino ad oggi il gruppo di lettura e di scrittura “ Quali porte aprono le nostre
esperienze ?”.
Durante questo periodo di duro lavoro, più di 2000 persone, fra cui figure intellettuali note come Orhan Pamuk e Yaşar Kemal, scrittori, registi di cinema e teatro, giornalisti, avvocati, attivisti, accademici, e, ovviamente molte donne, hanno dichiarato la propria solidarietà a Pınar Selek affermando: “Siamo testimoni dell'atteggiamento di Pinar selek contro la violenza".
Mentre Pınar Selek continua la sua battaglia legale e la sua ricerca accademica le persone che la supportano continuano ad incoraggiarla e darle forza per portare avanti la sua lotta.
Ancora una volta, dichiariamo la nostra solidarietà a Pınar Selek, dal momento che tutti noi sappiamo chi realmente è. Noi chiediamo giustizia per Pınar Selek e per un paese dove combattere per la giustizia, come ha fatto e sta facendo, Pınar Selek, è immaginabile e possibile.